Le fobie vengono definite tali non per quello che solitamente viene definita come “una paura irrazionale”, ma semplicemente per la presenza o meno di un parametro ben preciso che ne decreta la definizione rispetto ad una semplice paura: L’EVITAMENTO.
Per poter effettuare una valutazione del comportamento nel corso di una PSICOTERAPIA e' necessario che lo Psicoterapeuta valuti il comportamento in base ai seguenti criteri:
DOVE – QUANDO – CON CHI – CON QUALI CONSEGUENZE tale comportamento si manifesta. Se il comportamento osservato porta ad un evitamento motorio-verbale e/o emozionale e/o cognitivo, creando nel soggetto uno stato di sollievo (cioè una auto erogazione di un RINFORZO NEGATIVO), allora vuol dire che siamo di fronte ad un COMPORTAMENTO FOBICO. Il altri termini il soggetto è affetto da una FOBIA.
NB = Non è il contenuto razionale o irrazionale o l’entità della risposta emozionale, comportamentale o cognitiva che il soggetto ha di fronte ad uno stimolo, che consente di discriminare la paura dalla fobia, ma la presenza o meno dell’EVITAMENTO.
MODALITA’ DI APPRENDIMENTO DELLE PAURE E DELLE FOBIE.
La modalità di apprendimento delle paure e delle fobie segue i canoni classici di qualsiasi tipo di apprendimento ma, quello che è più importante per lo Psicoterapeuta è individuare i meccanismi di MANTENIMENTO di tali fenomeni. I soggetti che lamentano paure e fobie sono in grado, di solito, di valutare gli episodi riconducibili all’esordio del disturbo, tuttavia non è raro che alcuni di essi riferiscano di avere delle paure o delle fobie che non riescono ad ascrivere ad un evento preciso di tipo traumatico. Tali condizioni sono quelle nelle quali è possibile ascrivere una paura o una fobia a un meccanismo di MODELING o di APPRENDIMENTO VICARIATO. In relazione a quello che riferisce un paziente nel corso di una psicoterapia, può consentire ad uno Psicoterapeuta COGNITUIVO COMPORTAMENTALE di individuare, ad esempio, un genitore pauroso o fobico una fonte possibile dodi apprendimento vicariato e il meccanismo della PROFEZIA CHE SI AUTOAVVERA rappresentare, attraverso “l’attenzione selettiva”, l’elemento di conferma di una idea. Una paura appresa per apprendimento vicariato può costituire un buon prerequisito all’instaurarsi di una fobia, attraverso una esperienza che il soggetto vive come intensa perché ha già sviluppato la componente cognitiva del pericolo (la componente di condizionamento classico del processo). Successivamente se il soggetto dovesse adoperarsi per un comportamento di evitamento, realizzerebbe la componente che trasforma la paura in fobia (CONDIZIONAMENTO OPERANTE).
Nella teoria BI-FATTORIALE delle fobie la reazione di elevata attivazione per un qualsiasi stimolo ansiogeno avviene per CONDIZIONAMENTO CLASSICO (o PAVLOVIANO). Il fatto che nel soggetto che è stato esposto ad un evento traumatico, si mantiene nel tempo la situazione di fobia è provocato, invece, da un CONDIZIONAMENTO OPERANTE (o SKINNERIANO).
In altri termini questo sta ad indicare che, l’inizio della reazione di forte paura è causata la prima volta dall’evento traumatico che il soggetto ha subito in modo indipendente dalla sua volontà mentre, il mantenimento nel corso del tempo della fobia, è provocato proprio dal comportamento del soggetto (OPERANTE), all’interno dell’ambiente che riguarda l’oggetto fobico. Se, ad esempio, un soggetto mette in atto un comportamento di evitamento, ogni qual volta si trova di fronte all’oggetto fobico, automaticamente determina per se stesso una condizione nella quale si sottrae ad un disagio, autoerogandosi un RINFORZO NEGATIVO R(-). La condizione di sollievo che prova la prima volta che evita, magari del tutto casualmente, crea i prerequisiti affinché nelle volte successive si ripeta il comportamento evitante.