L'eiaculazione precoce
L’eiaculazione precoce è solitamente citata in letteratura, come la più comune delle disfunzioni sessuali maschili. Essa può essere definita come una condizione per cui il maschio è incapace di esercitare un controllo volontario sul riflesso eiaculatorio con il risultato che, una volta sessualmente eccitato, raggiunge molto rapidamente l’orgasmo. E’ utile sottolineare che il concetto di precocità è caratterizzato dall’assenza di controllo volontario del riflesso eiaculatorio. La precocità non può quindi essere definita quantitativamente, ciò non è ad esempio riconducibile al parametro tempo, o che essa sia in relazione al fatto che l’eiaculazione avvenga prima o dopo il raggiungimento dell’orgasmo della femmina o dopo due o cinque movimento coitali ma, semplicemente, quando essa indipendente dal controllo volontario del maschio.
Tecniche specifiche
Ai fini anche della terapia specifica da utilizzare per fronteggiare tale disturbo è utile tener conto di come l’approccio psicoanalitico, alla risoluzione di tale problema, sia stato completamente fallimentare. Esso si basa sulla ipotesi che l’eiaculazione precoce sia riconducibile alla presenza di conflitti inconsci, e che la guarigione avvenga con la risoluzione di tali conflitti. Tuttavia anche le tecniche comportamentali che mirano esclusivamente a ridurre il livello d’ansia associato al rapporto sessuale, si sono dimostrate poco efficaci.
Metodi comportamentali che hanno invece prodotto ottimi risultati, sono quelli basati sulla “focalizzazione ripetuta dell’attenzione dell’uomo sulle sensazioni che precedono l’orgasmo”, che consentono una promozione della continenza eiaculatoria. Nel corso di tale focalizzazione il terapeuta destinato a fronteggiare tale disturbo, deve invitare il paziente alla percezione di quel particolare momento che si presenta, nel corso della stimolazione del pene e che precede la fase eiaculatoria, che può definirsi come “ fase di non ritorno”. Si tratta di quella condizione tipica nella quale è possibile sperimentare che, anche interrompendo la stimolazione del pene, oltre una certa soglia, si manifesta comunque il riflesso eiaculatorio. Gli esercizi di focalizzazione sensoriali consentono tuttavia di fornire al paziente tutta una serie di feedback utili al controllo del riflesso eiaculatorio. Tra essi anche quello che consente di far sperimentare al paziente il fatto che l’interruzione della stimolazione del pene, prima della “fase di non ritorno”, non porta in nessun caso all’orgasmo.
La conoscenza di tale fenomeno costituisce una parte fondamentale, nella terapia che mira alla riduzione del disturbo da eiaculazione precoce. Il paziente deve quindi apprendere a riconoscere, in se, la “sensazione premonitoria dell’eiaculazione”. Il metodo di cura escogitato nel 1956 da James Semans, si basa essenzialmente sulla tecnica di prolungare il meccanismo riflesso neuromuscolare localizzato dell’iaculazione. La tecnica specifica di Semans, definita come di “compressione”, modificata da Masters e Johnson con quella dello “start-stop”, si base su un principio empirico osservato dallo stesso Semans per cui, la stimolazione del pene interrotta prima della fase “di non ritorno”, seguita da una fase nella quale si consente al pene di perdere l’erezione, e riprendendone successivamente la stimolazione e nuovamente fermandola (prima della fase “di non ritorno”), consente un progressivo innalzamento della soglia del riflesso eiaculatorio.
L’esercizio può essere eseguito sia attraverso la tecnica della “compressione”, nella quale quando il maschio percepisce di essersi approssimato della condizione di non ritorno interrompe la stimolazione del pene e ne comprime con forza la base, sia con la tecnica dello “start-stop”. Questa ultima è una variante della “compressione” nella quale, invece di comprimere la base del pene, si lascia semplicemente trascorrere il tempo necessario affinché il pene perda l’erezione, per riprenderne successivamente la stimolazione. L’intervento terapeutico può riguardare sia la coppia, sia il singolo. Nel caso dell’intervento di coppia, gli esercizi dovranno essere eseguiti inizialmente in condizione extravaginale. In tale frangente la partner stimolerà manualmente il pene dell’uomo, che dovrà segnalarle il raggiungimento della “soglia di non ritorno” (ad esempio con il sollevamento di una mano); la partner dovrà interrompere la stimolazione attendendo la spontanea perdita di erezione del pene o ottenendola premendone con forza la base. Ottenuta la perdita di erezione del pene, si riprende la stimolazione e la sequenza andrà ripetuta tre o quattro volte, per ogni sessione di esercizi, e consentire quindi che il partner eiaculi. La fase successiva della terapia dovrà essere eseguita con la stimolazione del pene all’interno della vagina, con il controllo dei movimenti coitali. In tale condizione è consigliabile che la partner assuma la posizione sovrastante l’uomo e la segnalazione da parte del partner, del raggiungimento della sensazione premonitoria dell’eiaculazione, dovrà essere seguita dalla perdita dell’erezione del pene extravaginale, per riprenderne successivamente la stimolazione all’interno della vagina, per tre quattro cicli, fino a consentire l’eiaculazione.
Prima d’iniziare gli esercizi specifici è tuttavia necessario una sorta di base-line che consenta di raccogliere un dato specifico inerente i tempi di eiaculazione del maschio, prima del trattamento, per confrontarli successivamente con quelli inerenti il dopo trattamento. La terapia del disturbo dell’eiaculazione precoce può riguardare, tuttavia, soggetti single. In tale frangente gli esercizi dovranno essere eseguiti attraverso la masturbazione. Ogni sessione di esercizi dovrà riguardare tre quattro cicli di stimolazione/perdita erezione e nuova autostimolazione, seguiti da una eiaculazione finale. Anche nel caso di soggetti single, è importante una sorta di base-line nel quale riportare i tempi impiegati dal soggetto per raggiungere l’eiaculazione e confrontarli con quelli da lui ottenuti, dopo un periodo di alcune settimane di trattamento.